illuminazione

Presenza che illumina

La trasformazione del nostro essere verso la consapevolezza della nostra natura divina richiede un processo alchemico tra cuore e ragione.  Tra verità e integrità, autenticità e Rivelazione del Sé. La mia peculiarità di Maestria é questa: Fraternità-Condivisione – Potere dell’Amore – Verità-Integrità. È Nostro desiderio camminare e meditare in luoghi di potere, dove le Forze ci allineano dolcemente. Con forza insegno le meravigliose incertezze dell’Eterno che Tutto Sa. Ciò che é nella Verità si rivelerà. Io vivo solo il flusso!(Darshanaji)

L’incontro con il Campo di Coscienza di Darshana

Stralci di esperienze 2011-2016

Quando entra nella sala di fronte al suo uditorio, c’è attorno a lei una forte energia, un’aura di luce e dolcezza. In certi istanti sprigiona una forza e presenza misteriosa. Le sue parole arrivano dritte al cuore, a volte concise come frecce acuminate, altre profetiche, capaci di messaggi che scuotono e donano chiavi di lettura potenti e illuminanti. Parla con dolcezza e amore, semplicità e conoscenza, esprimendo spontaneità e profonda, coinvolgente gioia di vivere.  Laura T.

La sua intelligenza guizzante e “antica” è riconosciuta da tutti coloro che la ascoltano. Penetrante, con particolari poteri di analisi e di sintesi. Come se provenisse da un’antica saggezza. Attinge da conoscenze extra-sensoriali, non agisce mai contro gli altri, cercando sempre parole di giustizia e verità, con molto amore.   Elisa C.

Esperienze e sensazioni dopo il primo incontro con Darshana, che le mie Guide hanno spinto in vari modi e reso possibile nonostante la difficoltà oggettiva della distanza di luogo e del tempo che avevo disponibile. Doveva accadere. Ancor prima del seminario EOS e di ricevere il trattamento d’iniziazione, ho partecipato a due sue conferenze esperienziali che mi hanno dato la possibilità di conoscere da subito la sua forza, in tanti sensi: innanzitutto energetica, oltre che di presenza, di abilità espositiva, di grandi conoscenza, magnetica, nel calamitare le persone, coinvolgendole in nuove esperienze e facendole riflettere in maniera profonda, ma con una piacevole “vis comica”. Il tutto è finalizzato a esaltare le capacità e il potenziale di ognuno, a scardinare i vecchi schemi, ad aprire le menti a una diversa visione del futuro, per aumentare la propria consapevolezza e, di conseguenza, poter aiutare anche gli altri nel cammino evolutivo. Ho detto forza, perché è ciò che lei sprigiona con evidenza, pur nella sua struttura minuta, nella semplicità e calma. Ti accorgi subito che è una forza che va oltre le energie umane comuni e che arriva da una Coscienza superiore, impalpabile, ma ben presente. Infatti, guardandola attentamente durante la prima conferenza, per sentire chi avevo veramente davanti a me, ho avuto la prima esperienza molto bella e anche curiosa. La luce che emanava intorno al suo corpo andava prendendo una forma più definita sopra la sua testa: era un cappello luminoso simile a una tiara, ma ancor più simile ai copricapi dei sacerdoti egizi, e terminava con un sottile canale. Mi è stato subito evidente che lei era in un particolare e costante collegamento con le Energie Divine e le sue parole ispirate me l’hanno confermato. Darshana è quello che insegna. Definirla Maestra è un titolo di giusto rispetto, che rispecchia il suo grado evolutivo di Realizzata, nella Luce. Il suo trattamento con l’energia EOS di preparazione energetica, che precede il seminario vero e proprio, mi ha confermato che l’energia cui attinge e che veicola, è di un livello di purezza tale che le sensazioni e le visioni che avvengono portano la persona in un nuovo stato di Coscienza. Definire a parole le forme e i colori visti durante il trattamento è un’impresa ardua, perché non sono sufficienti a dare una definizione perfetta, di intensità né di ritmo e coinvolgimento. Posso definire frattali queste forme geometriche in continuo movimento, pulsanti, dal colore bluette elettrico, molto forte e luminoso, contenute in una larga forma circolare giallo oro vivido, che vanno e vengono, svaniscono e si ricostruiscono, dando l’impressione di assistere ad uno spettacolo pirotecnico, dando la sensazione di essere nello spazio infinito, partecipi del respiro cosmico. È la sensazione della Vita, in questa espansione e contrazione, che muta anche in altre forme più plastiche e morbide, fluttuanti, per poi ricominciare nuovamente. E poi il rosa perlaceo, tenero, quando la mano di Darshana si è posata sul quarto chakra, del cuore: è la sensazione dell’Amore, della pace. Questa esperienza è così forte in me, anche ora, tanto che ho difficoltà a parlarne con verbi al passato, perché è ancora, sempre, il mio presente. E poi, i giorni di seminario, ricchi di molteplici esperienze: dai flash di luce dati dall’attivazione della ghiandola pineale, ai suoni nelle orecchie, all’ascolto nell’orecchio destro di: “E chi?”, arrivato dal vuoto, e ancora energie fluttuanti, abbracci da parte di Entità di Luce, emozioni, commozioni. Che dire? Sono stati giorni intensi e indimenticabili! Di grande partecipazione.  L’Amore puro, vero, incondizionato dell’Energia Divina, che si esprime attraverso EOS e Darshana. Livia B.

Integrità e coerenza sono la sua fede incrollabile. Sempre pronta nella relazione d’aiuto, non consiglia mai agli altri qualcosa che per prima non abbia messo in pratica nella sua esistenza, così ricca di arte e passione, piena di eventi, da sembrare impossibile che sia stata vissuta da una persona in una sola vita… mai una stonatura tra la sua vita sociale, personale e i suoi propositi e comportamenti. Gli anni vissuti accanto a lei, onorata dalla sua solare amicizia, sono per me forza e guida.  Sonia T.

Darshana è uno specchio, riflette tutte le mie parti. È Presenza che illumina, Verbo che reca Verità. Scuote come una folata di vento improvvisa, spazza via le foglie secche, senza esitazione, lasciando che tutte le parti della mente non trovino appiglio alcuno. E quando, nudo, senti paura e non sai dove dirigerti, lei con l’Amore della Madre ti prende per mano, per condurti a vedere queste parti, infondendo coraggio, indicando la rotta, riportando a vedere le cose come realmente sono, senza mai giudizio. Un costante flusso si percepisce in sua presenza, difficile da spiegare: come sentire una stabilità che però nello stesso tempo è fluidità. Nulla è prevedibile se non la certezza che ogni punto in cui si porrà sarà insegnamento. Il suo “stare” nella Grazia è Maestria. Ogni volta, dal primo momento che l’ho conosciuta, ho la sensazione forte che dopo qualsiasi lavoro fatto con lei, qualsiasi conferenza, si torni da qualche posto, come esser stati fuori dal tempo in sua presenza. Solo la frequenza della sua voce è un viaggio che porta al cuore, al di là della mente. Ogni parola è Seme che lavora dentro, ogni Sguardo della Madre è acqua che nutre. Guida, Maestra, Madre, Verbo incarnato… tante possono essere le parole e forse la mia difficoltà a catalogarla all’interno di esse, è un sentire interiore che mi porta a dire che è nella sua Presenza, nell’esperienza di Essere che tutto si racchiude. Silenzio e quiete.  Sonia S.

Ripensare ora a Darshana per cogliere ciò che di lei ha per me maggiore significato è come identificare le parti dormienti di me stessa, quelle per cui sto lavorando, quelle che vorrei riconoscere e attivare pienamente. Darshana, infatti, sa cogliere negli altri la vera essenza e ogni sua parola è sempre uno spunto per conoscersi un po’ di più ed io ammiro moltissimo questo suo aspetto, le sue capacità intuitive e di guarigione. Darshana porta in sé l’armonia e la dolcezza della Madre Divina, la fermezza di un padre e tutte le sfaccettature di una relazione, più volte mi è parso di amarla come una sorella.

Vedo la veste umana di Darshana delicata e al contempo forte e vincente, determinata a superare tutte le limitazioni accettate per esistere in un corpo. Esprime il cammino che ognuno di noi sta facendo sul percorso spirituale, le fragilità umane in evoluzione, gli obiettivi raggiunti, le tappe future create da fede, intelligenza, impegno e perseveranza. Quando canalizza gli Elohim, i suoi occhi diventano perle lucenti e vedo in lei Amore infinito. Il sorriso sul suo volto, richiamo della beatitudine che proviene da lontano, mi colma di fiducia nella vita e fa fluire il fiume di sentimenti che vorrei sempre presenti nel mio cuore: amore, gioia, gratitudine profonda, devozione alla Via. Affido a tali qualità la guida della mia vita. Sono grata al mio Divino per aver posto Darshana sul mio cammino, riconosco in lei il Maestro e, poiché è presente, accessibile e vicina, vedo in lei la prova che la realizzazione dell’umano divino è possibile, e grazie anche a lei io la vivrò in questa incarnazione.   Paola E.R.

Darshana è una Maestra di vita, che ti illumina e ti mostra la via maestra tramite gli Elohim di Luce. È al nostro fianco e ci sa spronare e coinvolgere in ogni frangente. Con lei vari tasselli e conoscenze della mia vita si stanno assemblando come un puzzle e, considerando che è solo un anno che la conosco e la seguo nei suoi insegnamenti, devo dire che la mia vita ha preso una tale accelerazione che mi sta sorprendendo.  Lorenzo B.

Di |2022-02-19T11:33:57+00:00Febbraio 19th, 2022|Testimonianze|0 Commenti

GUARIRE LE RELAZIONI – LA VIA TANTRICA

Ci ritroviamo  per condividere un altro momento di appartenenza, di amore, di conoscenza, di nuova consapevolezza. Per arricchire le nostre giornate con sentimenti positivi, e nuova speranza per ogni nostro giorno nuovo giorno. Quando acquisiamo nuove conoscenze, diventiamo più forti, diventiamo più consapevoli, e sappiamo amare di più. Sappiamo condividere la bellezza che si crea nel nostro cuore.

Questo articolo , che può essere anche un atto meditativo attraverso le mie parole, tratterà delle relazioni di amore e come queste siano l’espressione di cosa siamo noi intimamente. Io la definisco “la via tantrica” cioè la conoscenza dell’intimità del cuore e quindi anche tutte le sue manifestazioni. È uno spazio di intimità, che si può creare quando noi entriamo in contatto con l’altro o che sia un amico, un’amica o che sia il compagno di vita, o che siano i nostri genitori, o che siano le persone che incontriamo sul lavoro. Quando incontriamo l’altro creiamo sempre uno spazio di intimità perché è un incontrare la vibrazione, è un incontrare il flusso energetico che attraverso quella persona mette in moto la legge spirituale. E l’altro, normalmente, non viene visto per come ci appare, ma in genere viene riconosciuto per come esso è veramente, quando c’è una via di amore, quando c’è una via tantrica quindi è riconosciuto con i sensi e non con la mente. Solo in quel caso si crea uno spazio di intimità.

Quando vediamo l’altro così come ci appare, cioè attraverso il velo della mente, in quel caso possiamo essere coinvolti emotivamente quindi con delle emozioni che possono anche alimentare la sofferenza. Però è un processo che ci permette anche di farci riconoscere nell’altro una parte di noi. Allontana così anche delle forme di aspettativa. Quando l’altro invece ci appare con i sensi, cioè con l’esperienza che non viene filtrata dal velo della nostra mente, siamo coinvolti con maggiore tenerezza, in espansione, con amore, con dedizione, con rispetto. Come quando si esplora un territorio alla scoperta di luoghi, in questo caso sono luoghi dell’anima dove riposare; quando si esplora il mondo dell’altro, il corpo dell’altro, in realtà noi stiamo esplorando noi stessi perché riconosciamo nell’altro a livello animico esattamente ciò che noi siamo. Paradossalmente, se l’altro lo sento rigido sto toccando la mia rigidità; se lo sento morbido, sto toccando la mia morbidezza. Nell’altro vediamo proiezioni dei nostri vissuti, nell’altro si vede il nostro mondo, per questo dobbiamo onorare gli altri perché ci permettono di vederci.

Il bambino piccolo non sa chi è, e quando parla di sé stesso lo fa in terza persona: “chi è che ha fatto questo?” e il bambino risponde: “Luca” – non dice- “sono stato io!” Dunque chi è che gli dà l’identità di sé stesso? Lo specchio del padre, lo specchio della madre finché, quando sarà più grande guardandosi allo specchio si riconoscerà, cioè quando quell’io saprà di essere lui e allora a quel punto Luca dirà “IO”. Come farà a riconoscersi? Lo farà piano piano attraverso gli occhi del padre e della madre e di tutte le figure che ha intorno – la società, le figure parentali, gli insegnanti, gli amici, i vicini di casa – tutto ciò che sarà la sua realtà potrà fargli dire “IO”.

Quindi, è un continuo specchiarsi. Per questo abbiamo bisogno di avere relazioni, di entrare in contatto con il mondo attraverso relazioni umane, non solo con la natura o con gli animali. Noi continuiamo a riconoscerci pienamente solo attraverso le relazioni. Non possiamo riconoscerci nella solitudine, o nel vivere sul cucuzzolo della montagna, nel vivere nella nostra torre d’avorio. Quando siamo a un buon punto del cammino di vita e quando possiamo riconoscere tutti quegli aspetti proiettivi che ci hanno determinato nei nostri incontri, nelle nostre relazioni, allora entriamo  nelle prime fasi della consapevolezza che potremmo anche definire “stati di risveglio”, come delle piccole prese di coscienza oltre il velo, quindi andremo poi a scegliere consapevolmente in cosa rispecchiarci, cioè di chi circondarci: scegliere gli amici, scegliere i collaboratori o definire meglio le relazioni all’interno della famiglia, i propri territori, ma fino a quel momento viviamo, nel tempo dell’adolescenza, della giovinezza,  un periodo capriccioso, incostante, irriverente, fragile, insicuro, aggressivo, però sempre esplorativo. Ogni cosa a suo tempo certo, ogni età ha il suo spazio, il suo territorio.

La via del tantra, che ho lungamente insegnato, è proprio la via del riconoscimento di ciò che noi siamo e quindi utilizzare quell’energia della kundalini – l’energia dell’Amore Cosmico – la stessa energia della sessualità come lo spazio del territorio dell’altro che ci permette di giungere a nuova consapevolezza. Noi stessi viviamo costantemente attraverso più corpi: il corpo fisico, il corpo emozionale, il corpo mentale, il corpo spirituale, tutti i nostri corpi sottili entrano in relazione l’uno con l’altro e noi a nostra volta entriamo in relazione con gli altri proprio attraverso tutti i nostri corpi e attraverso tutti i loro corpi. Questo è un concetto olografico che io insegno nei miei seminari di EOS.

Ogni qualvolta entriamo in contatto con l’altro attraverso lo sguardo, attraverso una stretta di mano e quindi anche attraverso una sorta di humus che l’altro ci dà: il profumo, il colore dei capelli, come si veste ecco, ogni qualvolta entriamo in contatto con tutto ciò, c’è uno scambio. Vedete, a livello animico c’è anche uno scambio di DNA.  Non è solo lo scambio del liquido seminale che presenta  scambio del DNA ma è anche lo sguardo, è anche l’altro così come noi lo percepiamo. Entriamo nella sua storia e l’altro entra nella nostra storia e così che si attua un nodo karmico, immediatamente, oppure si rivela un vecchio nodo karmico. Tutto ciò che incontriamo è karma, tutto è karma ma non è un vincolo, è un’esperienza, è tutta la storia che dobbiamo vedere, o rivedere, riprogrammare, rielaborare, amare.

Quando si parla di tantra, e questo io lo dico sempre, si parla di energia evoluta cioè abbiamo superato la parte istintuale quindi non è copulare con la vita in senso pulsivo, o con gli altri in senso pulsivo: farli propri attraverso il possesso, attraverso la prevaricazione, attraverso il controllo questo accade in tutte le relazioni. Quante relazioni nascondono aspetti di controllo e di pulsioni che appartengono alla parte istintuale. Quella parte istintuale del primo e del secondo chakra, ci serve ma per portare l’energia nello spazio del cuore: è il potere dell’amore che può farci espandere, l’amore come incondizionato servizio al Sé e non come copula compulsiva. Mi servo dell’altro, uso l’altro, lo controllo, lo domino, lo manipolo tutto questo non appartiene a una fase evolutiva che questo pianeta richiede, che questo tempo richiede, che la nuova umanità richiede. La via del tantra, così come la insegno, ci apre alla scoperta di noi stessi.

Ho conosciuto tante persone sul cammino, in quella che possiamo chiamare la via spirituale cioè la conoscenza dello spirito e del proprio anelito nei confronti dell’esistenza eppure queste persone pur conducendo un’ottima via anche con un buon intento, sono rimaste molto mentali e parlano di Dio, dell’universo, della coscienza ma in realtà non hanno sperimentato realmente, perché non vivono nello spazio del cuore ma vivono nello spazio della mente che le inganna, facendogli credere che conoscono ciò di cui parlano.

Lo spazio del cuore si apre quando due entità maschili e femminili si uniscono: Shiva e Shakti. Due entità che sono anche due Logos che appartengono ad una qualità dell’universo, ad una polarità maschile e femminile che però si unisce nell’Uno e dove si uniscono? Nel talamo del cuore, nella camera segreta del cuore.

Sono tante le tecniche o le vie che possono condurre verso l’acquisizione di questa unità delle polarità ma se si continua a creare con il conflitto della mente si continuerà a creare resistenza e non ci sarà fluidità. Se non c’è flusso non c’è tantra, non c’è kundalini. Quindi quando sei pronto ad allearti con la mente, a farla alleata – non in conflitto con essa ma alleata, con uno scopo però più alto – il controllo del piano mentale non è il controllo per ottenere, quella non è la via regale è una via molto povera che non porta da nessuna parte. Puoi avere successo anche ma è caduceo, non durerà nel tempo e nelle vite. Ti toccherà tornare, tornare, tornare.

Invece è la via regale, la sovranità che ci insegnano i Maestri è quella che dobbiamo mettere in atto. Certo non è semplice e non è totalmente chiara perché è una via da iniziati, non può essere una via da supermercato. La sovranità. Quando si fa una via regale, significa anche una disciplina del corpo, della parola, delle azioni (in tutto e per tutto), dei pensieri. C’è una qualità dell’espressione. È questo che determina il successo della pratica: la qualità.

Quando poi supererai il piano mentale e astrale sarai pronto per fare il passo dal terrestre al sottile. In questo ci sono delle tecniche meravigliose come il Kriya Yoga, la scienza della realizzazione o alcune iniziazioni potenti. Permettetemi di parlare dell’Energia che io veicolo e che insegno che è EOS-Energia Olografica Sistemica.

Avrete cura di voi stessi, svolgendo la via regale, dominando la mente, dominando la respirazione, dominando con alleanza, senza manipolazione e senza controllo e senza costrizione. Quando si riesce a entrare in connessione con la pituitaria, con la pineale, siamo nella cellula Madre. Lì abbiamo il famoso rocchetto del DNA. Pensate, se si rallenta ila respirazione fino a 8 volte al minuto, entriamo in quello spazio che si trova vicino alla ghiandola pineale dove è contenuta la Cellula Madre, quella che in EOS definiamo la Sorgente Madre, ed è tutto quello che noi siamo nell’infinitezza di ciò che noi siamo. Se poi scendi a un respiro di 4 volte al minuto, cioè respirare 4 volte in un minuto (è lentissimo!) entri in uno spazio extra percettivo, che ti fa entrare nello spazio dell’Uno.

Il dono dei Maestri che io reco, porta ad un livello di questo tipo ma ci vuole veramente onestà e verità del cuore. Non è apprendere una tecnica, ma è condividere un’esperienza. L’universo non ti dà niente in cambio di niente: quando tu sei pronto a dare tutto te stesso in cambio di …. niente, anche l’universo sarà pronto a farlo con te. Ma fino a quando tu richiederai a un altro ciò che tu ritieni essere la giusta ricompensa, quindi entrando in una sorta di logica dell’acquisizione, del volere, del denaro, una logica del “do ut des”, anche l’universo farà la stessa cosa con te. San Francesco andò in giro nudo, libero di tutto, offrendosi totalmente – in forma simbolica – e quello è stato il suo cammino verso il risveglio.

Quanto più sei disposto a dare tutto di te, in cambio di niente, tanto più entri profondamente in quello spazio del cuore – che possiamo definire dell’amore incondizionato – più siamo liberi, siete liberi, sei libero dalle tecniche perché ti incammini verso il risveglio. Attenzione, questo non significa che devi chiedere giustizia per ciò che porti nel mondo. Quando tu chiedi giustizia per ciò che porti nel mondo, chiediti quanto tu sia giusto. Questo è l’insegnamento che io reco, questo è il Codice della Nuova Genesi. Ciò che tu chiedi sei disposto a darlo? Ciò che tu ritieni di essere, sei disposto a donarlo? Quanto più entri in questo spazio più sei libero dalle tecniche e già sei verso il cammino della nuova consapevolezza, verso uno stato di risveglio, verso quello che potrà essere una illuminazione che arriverà quando non cercherai più di fare nulla, e lascerai solo alla Grazia fare! La Grazia ti illumina, e a quel punto scopri – come disse il Buddha – che l’illuminazione non esiste e farai un prossimo passo!

La tecnica ti può essere di aiuto, ma la via del cuore non richiede nessuna tecnica se non la resa incondizionata all’amore. II Divino è un’esperienza sensoriale, non può essere insegnata né può essere rubata, né può essere ingabbiata in codici, tecniche o letture. Risvegliare la kundalini – quando insegno la via del tantra – è un’esperienza. Ciascuno può risvegliare kundalini in sé stesso, entrando nello spazio del cuore, accompagnato chiaramente dall’ intento. La via del cuore non richiede nessuna tecnica se non la resa incondizionata all’ amore.

Darshana P.Tedesco

Di |2020-01-08T12:15:35+00:00Gennaio 8th, 2020|Blog|0 Commenti

Nuova Era e nuovi millenarismi alla ricerca dell’illuminazione

Nuova era e nuovi millenarismi alla ricerca dell’illuminazione.

A cura di Alessandra Pedraglio

L’epoca in cui viviamo – almeno in Occidente – si distingue per l’eclettismo imperante: alla moda si sono sostituite le mode, allo stile (artistico come di vita) gli stili, ad un unico credo filosofico o religioso un relativismo assoluto e pervasivo.

In campo spirituale si può notare la medesima tendenza: alla ricerca della Verità si è sostituita una vera e propria brama di risposte individuali, cucite su misura per ogni momento e situazione. Anche sul piano del linguaggio all’unicità ed inequivocabilità del Verbo è subentrata una Babele di parole, di dotte argomentazioni, appaganti per la mente, fredde e sterili per il cuore.

L’accelerazione del processo evolutivo del pianeta come dei suoi ospiti – regni animale, vegetale e minerale – ha stimolato in un numero crescente di persone il desiderio dell’invisibile, di trovare risposta a domande fondanti quali Chi sono? Da dove vengo? Perché?

L’inquietudine interiore, sollecitata dal risveglio delle facoltà animiche più elevate, muove le persone in direzione di una generica ricerca di benessere, equilibrio e felicità.

La risposta di un sistema fondato sul consumo, oggi estremizzato nella velocità con cui qualsiasi cosa – sia essa informazione, accadimento, risultato o notorietà – viene divorata, digerita e rigettata, finendo repentinamente nell’oblio dell’obsolescenza, consiste nella proposta continua di novità eclatanti.

L’approccio alla spiritualità non si discosta da questo meccanismo: da un lato chi è alla ricerca, dall’altro un’offerta sempre più ampia e profonda, promossa e divulgata facendo leva su tecniche consolidate di pubblicità, marketing e packaging attraenti.

L’uso della comunicazione digitale e in rete amplifica ulteriormente l’effetto supermercato, spalmando ogni giorno migliaia di comunicazioni riguardanti seminari, corsi e pratiche, dagli effetti immediati, facili da ottenere acquistando prestazioni, strumenti o rimedi dai magici poteri.

Come se la clessidra fosse stata ribaltata e il tempo prendesse a scorrere a ritroso, alla memoria si affaccia il concetto della “vendita delle indulgenze”,tipica di un altro millenarismo di qualche migliaio d’anni fa. Verifico con una piccola ricerca e il parallelismo tra passato e presente si palesa: il mutamento dei mezzi utilizzati non intacca il contenuto, l’illusione propinata a volte è la medesima!

Nei primi decenni del Cinquecento la possibilità di acquistare, letteralmente, un posto in Paradiso, contribuendo economicamente alla realizzazione della cattedrale di San Pietro, in cambio di un’indulgenza commisurata al valore versato, scatenò la reazione della Riforma portata avanti da Martin Lutero.

Oggi emerge la promessa di una scorciatoia per raggiungere l’illuminazione, il risveglio o il nirvana, qualsiasi sia il termine scelto per definire uno stato elevato di consapevolezza, attraverso pacchetti premasticati, dall’effetto veloce, che non mettono in discussione più di tanto lo status quo. Come se nell’arco di mezzo millennio o forse più, l’umanità non si fosse accorta di girare in tondo, ritornando ancora e ancora ad un punto di stallo.

Servirebbe forse un po’ di silenzio, un vero e proprio digiuno purificatore dalla sovraesposizione mediatica, anche se a carattere olistico e spirituale, capace di ricreare il vuoto interiore, necessario all’emergere di qualcosa di nuovo. Oggi, come fu cinquecento anni fa con la Riforma, anticipatrice della modernità, la distruzione di strutture e credenze, apparentemente evolute, diviene necessaria per preparare il campo al nuovo che viene.

Meno è meglio, potrebbe essere il motto del nuovo corso: per scegliere quotidianamente a cosa attribuire tempo e attenzione, serve sviluppare la facoltà del discernimento, dell’ascolto della reazione del proprio cuore, che davanti alla Verità sobbalza come di fronte ad un grande amore.

Così, in chiusura, mi viene da riflettere sulla responsabilità assunta da chi oggi si pone o viene riconosciuto come guida, maestro, canale di informazioni provenienti da altri livelli di coscienza. La grande responsabilità di portare la Luce nel cuore delle tenebre, contribuendo a dissolvere la nebbia dell’illusione – in luogo di rischiare di accrescerne la densità – e di offrire agli altri quanto appreso attraverso l’esperienza diretta, invogliandoli a sperimentare personalmente, ad avanzare come in cordata, un passo dietro l’altro, forti della fede nella propria guida interiore.

Di |2018-04-04T17:57:10+00:00Aprile 4th, 2018|Blog|0 Commenti

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