Spessissimo ricevo domande sul senso del pensiero positivo, sulla sua validità, come mai il lavoro delle affermazioni non porta verso dei risultati concreti come ci si aspetterebbe, se è opportuno anche affiancare il lavoro delle affermazioni positive al lavoro energetico, se è una qualità meditativa importante: vediamo di affrontare da vicino che cos’è realmente il pensiero positivo e da dove trae origine.

Un mio motto è : la mente non può guarire la mente!

Allora se il pensiero è espressione della mente, nelle sue tre parti di mente inconscia, subconscia e mente conscia, quindi frutto di questo insieme, sicuramente possiamo affermare che il pensiero non può guarire la mente perché il pensiero è il frutto della mente. Possiamo guidare il pensiero, focalizzarlo, possiamo neutralizzarlo, renderlo inerte, possiamo modificarlo, con il pensiero possiamo attuare delle strategie, ma non si può pensare che il pensiero in sé o la giaculatoria di un pensiero ripetuto come un mantra, uno, sette, quattordici, ventuno volte, possa determinare un reale cambiamento nella qualità neurobiologica delle nostre strutture cerebrali, per molti motivi di natura non solo analitica, psicologica ma anche di neuroscienza, ripeto la mente non può guarire la mente!

Uno stato di non mente, cioè di assenza di pensiero, può neutralizzare i pensieri invalidanti, i pensieri cosiddetti negativi, tenendo a bada il rilascio emotivo che essi comportano.
Rispetto all’uso di tecniche di affermazioni bisogna fare un distinguo tra Pensiero positivo e Psicologia Positiva. Il grande movimento del pensiero positivo nasce negli anni ’90 come una sorta di scuola di pensiero che sostiene che sia possibile creare uno stato di positività con i propri pensieri, con affermazioni ripetute, per “riprogrammare” la mente inconscia oppure riuscire almeno a migliorare il proprio stato di benessere psicofisico.

Questo movimento in realtà è molto legato alla cultura della New Age, della Nuova Era, sua grande esponente è Louise Hay una ricercatrice americana che ne ha fatto li suo cavallo di battaglia. Il pensiero positivo nasce appunto sulla scia della Psicologia Positiva, come un pass part tout per liberarsi dalle strutture della mente inconscia, davvero un proposito molto grande.
Che cos’è invece la Psicologia Positiva? È una prospettiva teorica ed applicativa della Psicologia tout court, viene applicata per generare uno stato di benessere personale che è alla base della nostra vita, una grande scuola nell’ambito delle scienze psicologiche sempre negli anni ’90. Il precursore, che ne fa una metodologia concreta, studiata e applicata è Martin E. P. Seligman, il quale alla fine degli anni ’70 parla specificamente della cosiddetta “impotenza appresa”2: un termine che si riferisce “all’abitudine di interpretare sempre in maniera negativa ciò che succede”.

Questi studi portano proprio ad affermare che la mente umana in realtà pensa sempre “negativo” al punto che la nostra mente non pensa di essere abbastanza capace, noi pensiamo di non essere abbastanza capaci di affrontare la maggior parte delle cose che accadono nella nostra vita e quindi spessissimo neanche ci cimentiamo per affrontarle. Questa modalità si lega in particolare ad una sorta di pessimismo verso la vita che possono avere tutte quelle persone che attribuiscono i propri fallimenti soprattutto a sé stessi, alle proprie incapacità e quindi incappano spessissimo in atteggiamenti depressivi o quanto meno di sfiducia o di “pessimismo cosmico”, chiamiamolo così.

Quindi la Psicologia Positiva è sostanzialmente differente dal movimento del pensiero positivo, anche se esso in qualche modo si rifà alla Psicologia Positiva. La differenza sta nella modalità di risoluzione offerta: mentre la Psicologia Positiva fornisce delle azioni per risolvere il pensiero negativo, il movimento del pensiero positivo invece dà dei pensieri, delle affermazioni, che si dovrebbero ripetere per direzionare la mente. Questi pensieri però anche se ripetuti come giaculatoria, raramente provocano un minimo di cambiamento, sono in realtà delle autosuggestioni, quindi una sorta di mantra ipnotici che creano un’autosuggestione, non vanno realmente a portare un cambiamento concreto perché non contengono azioni; anche la visualizzazione attraverso il ripetere l’affermazione non è la stessa cosa che compiere l’azione, è l’azione che determina nel “fare del corpo” il vero cambiamento.
Quindi io direi che è proprio una grande leggenda della New Age dire che basta pensare positivo per realizzare i propri sogni e quindi entrare nel grande mondo del successo!
Gli schemi mentali negativi fanno parte della nostra mente, bisogna prendere consapevolezza del fatto che il pensiero non è altro che un prodotto fisiologico della nostra attività cerebrale.
Allora quand’è che ci possiamo liberare dal pensiero pesante, negativo, riduttivo? Quando smettiamo di identificarci con esso! Per neutralizzarlo bisogna affrontare un vero e proprio processo psicologico che comporta delle azioni, una forma di consapevolezza che segua un percorso, un cammino, che è fatto anche di azioni concrete e consapevoli , non solo di ripetizioni di affermazioni seppure belle e autosuggestive”

Darshanaji- da Lezioni in Omnia-Accademia del Risveglio

nella foto : AUGUSTE RODIN, IL PENSATORE, STATUA MONUMENTALE, 1903 GESSO,   PARIGI, MUSÉE RODIN