Che cos’è l’attenzione consapevole? Perché un giorno piuttosto che un altro? 

Nella giusta azione, si condensa il nostro cammino : il cammino del Karma .

Il mercoledì è un giorno che ci richiede un’attenzione particolare; un’attenzione consapevole.

In genere il mercoledì è un giorno che si dedica alla meditazione ; in tutto il Pianeta, si ritrovano gruppi che meditano,tra il tramonto e la sera, meglio al tramonto, con l’energia che è polarizzata e, quindi, la ricettività è maggiore , allora l’energia è maggiore, ha come la possibilità di creare il cosiddetto campo morfogenetico: allora un pensiero positivo, un’ondata d’amore, può avvolgere tutta l’umanità. Sia che ci siano gruppi sia che ci siano persone singole che stanno meditando . Quindi è come se fosse richiest una Presenza diversa in questo giorno della settimana, che è a metà, il giorno di Mercurio , quindi un giorno liquido, un giorno molto vivace ; se ci fate caso è sempre un giorno molto importante , a metà settimana: il giorno in cui abbiamo più energia, rispetto agli altri giorni .

Quindi la possibilità di creare questo campo che ci unisce; che ci fa diventare una sola cosa . Per ottenere questo è come se noi dovessimo prestare una maggiore attenzione al giorno, all’ora in cui ci incontriamo per meditare, all’azione che compiamo .

Qual è l’azione consapevole che ci viene richiesta per creare una connessione ?

Non è certamente sapere se è meglio alle 19, alle 18 , le 20,30 o le 21 ; non è certo sapere se è meglio indossare una sciarpa bianca o rossa o se ho messo una candela azzurra o l’ho messa bianca , o se ho messo quest’immagine devozionale piuttosto che un’altra, se sono a digiuno oppure no , se ho mangiato carne, se ho appena fumato una sigaretta oppure no,… Non è questa l’attenzione che viene richiesta, cioè l’azione consapevole.

Non per parlare di me, ma osservatemi : osservare chi ci sta davanti è sempre una cosa utile per imparare . Io osservo molto, e questo viene un po’ dal fare teatro, l’attore è uno che ruba da tutto ciò che ha intorno e, questa abitudine, mi ha dato la possibilità di imparare ad osservare e non solo,di imparare tanto dagli altri. Allora , osservatemi. Sono un turbine, ma poi c’è un momento in cui io faccio silenzio , e voi lo percepite perché , quando io faccio silenzio, automaticamente cambia l’energia e tutto diventa silenzio per permettere un ascolto differente .

Quando si fa questo silenzio possiamo ascoltare il cuore , possiamo ascoltare il messaggio, possiamo ascoltare le indicazioni che ci vengono; le intuizioni, possiamo dire che l’intuito non è altro che una chiamata dell’Angelo.

L’intuito non è un’arte, non è un talento : l’intuito è un ascolto .

Sono nella condizione del prestare ascolto e divento il tramite ; metto in atto quell’ascolto ed ecco che ho l’intuizione , che è quindi un messaggio degli Dei (parlando di Mercurio : è lui che porta i messaggi; il messaggero degli Dei).

Allora che significa fare silenzio? Significa proprio chiudere le orecchie: spegnere il volume del mondo e accendere quello interno .

Questo non significa che noi non siamo consapevoli di ciò che accade ; non è più neanche una questione di tecnica , come se vi dicessi “facciamo questa respirazione piuttosto che quest’altra , recitiamo questo mantra piuttosto che quest’altro “.

Oggi, e tutti lo potete percepire , in questo momento, non sta accadendo nulla se non la necessità di prestare ascolto. Non stiamo recitando un mantra, non stiamo attuando nessuna respirazione particolare, ma ascoltate come siete perfettamente presenti. Perchè siete consapevolmente in ascolto: questa è l’azione consapevole.

Consapevolmente in ascolto.

L’attenzione consapevole fa scaturire l’azione consapevole .

Qual è l’azione consapevole? La giusta azione. Quante volte ci chiediamo “Faccio bene, faccio male, sto facendo bene, sto facendo male, è giusta questa cosa, non è giusta?”. Se lo chiediamo al mondo avremo cento risposte differenti ; una differente dall’altra a seconda di chi lo chiediamo .

Se lo chiediamo a noi stessi, al nostro Divino Sé , la risposta è una, che è la giusta risposta : ci fa capire la giusta azione. Per dialogare con il Divino Sé bisogna porsi nell’attenzione consapevole .

La giusta azione non significa che non possiamo sbagliare : l’errore fa parte della giusta azione perché, ogni qualvolta noi compiamo la giusta azione stiamo compiendo il Karma, cioè stiamo compiendo un atto evolutivo della nostra incarnazione. L’atto evolutivo comprende gli insegnamenti , le lezioni che dobbiamo imparare così come comprende lo step donato.

L’ insegnamento che doppiamo imparare si mostra sotto vari aspetti; lo step che, invece, ci viene donato, è frutto del lavoro precedente, delle vite precedenti ; quindi lì viene abbastanza facile. 

Nella giusta azione, si condensa il nostro cammino : il cammino del Karma .

Quando dobbiamo imparare , quando dobbiamo apprendere un insegnamento da ciò che ci accade, il Karma si manifesta attraverso il compimento delle nostre azioni e ci guida, anche se noi non ne siamo consapevoli .

Il nostro Divino Sé ci guida, la nostra esperienza di conoscenza al di là del corpo fisico, ci guida e ci porta esattamente a compiere quelle azioni e quei movimenti che ci servono per progredire.

Quindi, quando si parla di Giusta Azione non significa l’azione perfetta, ma impeccabile, si .

Può anche non essere perfetta; anche se perfetta può essere una definizione.

Il Guerriero di Luce è impeccabile , cioè non ha niente fuori posto. E’ come uno che si mette un bell’abito: impeccabile. Accessori giusti, cappello giusto, guanti giusti. Non ha niente fuori posto.

Questo non significa che il Guerriero può perdere in battaglia , può decidere di ritirarsi dalla battaglia , può fermarsi e dare l’onore delle armi ; può perdere, vincendo . Sicuramente egli sa che, in quel momento, quella è la cosa giusta per lui ma non smette né di essere guerriero né di essere impeccabile.

Perfetto non è.

Perché , se diciamo perfetto, diamo adito all’imperfezione al suo opposto. Invece sono entrambi aspetti di un unico modo: è un giudizio . L’impeccabilità è, non ha niente fuori posto.

Potrebbe , però, avere una spada inadeguata , un elmo o un copricapo non magnifico, quel giorno ha dimenticato l’armatura a casa e quindi, a secondo della condizione in cui è in quella situazione, in quell’accadimento, così agisce , ma poiché egli è sempre nell’ascolto, nell’attenzione consapevole, il guerriero di luce è sempre nella giusta azione anche quando si ritira dalla battaglia; anche quando perde come quando vince, come quando ha paura.

Il guerriero di Luce ha paura ; come può non averla? Ma è consapevole della sua paura, la mette in conto.

Il guerriero di luce piange; come può non farlo? Ma è consapevole del suo pianto . Lo mette in conto.

Il guerriero di luce è solo , delle volte. Come può non esserlo? Ma lo mette in conto.

E così potremmo dire all’infinito. Ma se lui è nella sua impeccabilità, nell’attenzione consapevole da cui scaturisce la giusta azione , perché egli sa che, qualunque cosa accada, è la giusta azione , tutto è perfetto; tutto appartiene ad uno scopo , tutto rientra in un preciso flusso dell’esistenza: allora egli altro non fa che prepararsi .

Ora presta attenzione a te.

A che cosa ti danno queste parole ; come ti senti? Che forza ti danno?

Presta attenzione alla tua postura; prendi una postura comoda in cui non stai nel dolore, nella sofferenza della posizione.

Ora presta attenzione. Porta l’attenzione dentro di te , porta lo sguardo nel terzo occhio : terzo occhio, cuore e ki sono allineati .

Puoi osservare queste onde di luce ,o di colore ,o di buio che si aprono ad una luce.

E pronuncia mentalmente una frase che è il principio alchemico della Coscienza Cristica:

” O amata, Potente Presenza, Io Sono”

E ascolta come ti senti.

“O amata o Potente Presenza Io sono il discernimento”.

“O amata, Potente Presenza , io sono il Guerriero di Luce che guida la mia vita, che conduce la mia vita”.

Fai un respiro profondo per ancorare questo stato.

Nel vortice della quotidianità che ci impone, a volte, ritmi che non ci piacciono o che ci impone regole, relazioni , dobbiamo essere consapevoli che non siamo liberi, e dobbiamo anche essere consapevoli che neppure siamo consapevoli.

Per essere liberi e consapevoli nella vita, nella capacità di vivere la vita, bisogna esercitarsi a conservare lo sguardo interno, interiore pur osservando con la vista lo spazio interiore .

Solo così può scaturire la giusta azione, perché noi poniamo l’attenzione consapevole allo spazio interiore: la condizione interna E’ Quello. Quella esterna è apparenza.

Se io ora chiudo gli occhi e voi vi alzate e ve ne andate, quatti quatti, e non vi sento, io so nello spazio interno che voi ci siete ancora anche se nello spazio esterno siete andati via … quindi esso è pura apparenza. Ciò che rimane è lo stato interno .

Allora, se ci si abitua a questa ginnastica si può anche comprendere meglio come Darshana faccia a cavalcare tante situazioni e attività …E’ un’attitudine dell’essere che richiede semplicemente un po’ di ascolto . L’avete fatto ; è molto semplice.

Nella vita di tutti i giorni, allora, abbiamo molti limiti , quindi dobbiamo essere consapevoli che abbiamo dei limiti, che non siamo liberi e che neppure ne siamo consapevoli.

Perché noi crediamo di essere liberi , ma non lo siamo. Abbiamo dei vincoli, di orario, di cibo, di relazioni; se si abita in un condominio abbiamo degli orari: alle 11 di sera non puoi tenere la televisione alta … non puoi camminare nudo per strada . Questo per capire che noi non siamo liberi e che la libertà che aneliamo, la libertà che propugnamo , che sbandieriamo , in realtà è un’illusione.

La vera libertà consiste nel conservare lo stato di ascolto interiore

Così si spiega perché il samurai sta li fermo e immobile : tutto può accadere ma lui è li . C’è questa condizione di presenza , di forza, di discernimento , di forza di volontà .

Conservare questo stato interiore per 24 ore al giorno. Ci vuole molta volontà , desiderarlo e poi, semplicemente, porsi in ascolto.

A tutti voi , stasera, ho mandato il soffio dell’Io Sono, sia a quelli che l’avevano già con le varie iniziazioni ricevute da me , sia a quelli che non l’avevano, perciò usate l’Io Sono nella vostra vita.

Per essere nella libertà vera un’altra cosa importante: l’attitudine di libertà , che è sempre, però, una condizione interiore , non è una condizione esteriore .

E’ una condizione interiore: io sono libero ; è un’attitudine, cioè un tempo di libertà . Automaticamente sei libero, pur dovendo accettare le convenzioni , pur dovendo accettare che , alle 8 di mattina, la sveglia suona per andare a lavorare e alle 11 di sera si va a letto per dormire . Magari stai vivendo una libertà dove rimani sveglio dalle 11 di sera fino alle 5 del mattino , alle 8 vai a lavorare e continui a rimanere sveglio , oppure al contrario: alle 8, quel giorno, non vai a lavorare ma dormi; alle 11 di sera rimani sveglio fino al mattino dopo, poi vai a lavorare, poi alle 2 del pomeriggio dormi ,… cioè spostare continuamente.. Ma se non poni l’attitudine di libertà non puoi essere libero: rimaniamo vincolati perché è uno spazio di protezione che ci creiamo.

Ad un certo punto l’attitudine di libertà nell’ascolto interiore ci porta ad essere liberi senza fare nulla , cioè, non ha più importanza , ci risulta facile: tutto ci risulta facile ; andare a lavorare anche in un ambiente che ci era parso, apparentemente, ostile, prima, perché mantieni nello stato interiore l’attitudine di libertà e la consapevolezza che non sei libero e non sei consapevole , perché quella è una condizione dei risvegliati.

Anche Bhagavan lo dice: il risvegliato è consapevole dei suoi limiti perché egli sa che non ha limiti; invece il non risvegliato si identifica con i suoi limiti. E’ diverso.

Allora, nell’attitudine di libertà , nell’ascolto di questo stato interiore, non ha più importanza: so che ho il limite di andare a lavorare alle 8 di mattina in un posto che è pesante , ma so che io posso entrare in qualsiasi momento, in qualsiasi istante in questo spazio di ascolto interiore , e allora trovo la mia forza, il mio potere , la mia pace, la mia libertà , la mia stabilità , il discernimento .

Quando chiediamo il discernimento , automaticamente giunge la giusta azione .

Il non essere consapevoli della propria inconsapevolezza , della propria mancanza di libertà , può creare un sacco di danni; perdiamo un sacco di energia, facciamo molte azioni per rivendicare, facciamo molte azioni per affermarci , facciamo molte azioni per essere riconosciuti . E’ solo perdita di energia .

Chi ti può liberare dalle tue catene se non te stesso?

Chi può donarti la libertà se tu, per primo, non vivi la libertà della dimensione interiore?

Quindi facciamo un sacco di azioni dove sprechiamo energia .

Chiediamo il discernimento, per accettare la qualità magica dell’arrivo della giusta azione ; non dovete fare la domanda “e’ giusto o non è giusto quello che sto facendo”: chiedete il discernimento . Il giusto o non giusto non ve lo ponete, perché nello spazio interiore è tutto perfetto…

La materia è apparenza; abbiamo visto come possiamo espanderla, allungarla, rimpicciolirla , allora il capo che ti è pesante è una resistenza ; sono forme di resistenza . Nessun problema: “O amata, Potente Presenza Io sono il guerriero di Luce che conduce la mia vita “. Lascia fare, tu non devi portare più niente ; lascia fare a chi ne sa più di te. Chi? Lo stato interiore …Stai nello stato interiore.

Quindi siate consapevoli che non siete consapevoli e non siete liberi. Questo è un limite ma non è una tragedia .

Stranamente noi vediamo gli accadimenti della giornata e li vediamo come se ci appartengono .

No, è spazio esterno, perché voi mi insegnate che lo spazio interno è vuoto.

Lo spazio interno è luce, luce luce , luce !

Al più può contenere informazioni sotto forma di luce; al più può contenere frequenza sotto forma di luce ; al più può contenere vibrazioni sotto forma di luce .

Allora alle vibrazioni posso dare un codice , ad una frequenza posso dare un numero , ad un’informazione posso dare una qualità ma rimane luce, luce, luce.

A un certo punto è talmente espansa che non vedi più la luce, ma sei luce. Cioè non sei più consapevole che quella è la luce e questo sei tu. Perché c’è una fusione.

Più stiamo nello spazio esterno meno possiamo vivere la condizione dello stato che ci è richiesta.

Darshana degli Elohim, Insegnamenti dalle serate di meditazione in gruppo