Nuova era e nuovi millenarismi alla ricerca dell’illuminazione.

A cura di Alessandra Pedraglio

L’epoca in cui viviamo – almeno in Occidente – si distingue per l’eclettismo imperante: alla moda si sono sostituite le mode, allo stile (artistico come di vita) gli stili, ad un unico credo filosofico o religioso un relativismo assoluto e pervasivo.

In campo spirituale si può notare la medesima tendenza: alla ricerca della Verità si è sostituita una vera e propria brama di risposte individuali, cucite su misura per ogni momento e situazione. Anche sul piano del linguaggio all’unicità ed inequivocabilità del Verbo è subentrata una Babele di parole, di dotte argomentazioni, appaganti per la mente, fredde e sterili per il cuore.

L’accelerazione del processo evolutivo del pianeta come dei suoi ospiti – regni animale, vegetale e minerale – ha stimolato in un numero crescente di persone il desiderio dell’invisibile, di trovare risposta a domande fondanti quali Chi sono? Da dove vengo? Perché?

L’inquietudine interiore, sollecitata dal risveglio delle facoltà animiche più elevate, muove le persone in direzione di una generica ricerca di benessere, equilibrio e felicità.

La risposta di un sistema fondato sul consumo, oggi estremizzato nella velocità con cui qualsiasi cosa – sia essa informazione, accadimento, risultato o notorietà – viene divorata, digerita e rigettata, finendo repentinamente nell’oblio dell’obsolescenza, consiste nella proposta continua di novità eclatanti.

L’approccio alla spiritualità non si discosta da questo meccanismo: da un lato chi è alla ricerca, dall’altro un’offerta sempre più ampia e profonda, promossa e divulgata facendo leva su tecniche consolidate di pubblicità, marketing e packaging attraenti.

L’uso della comunicazione digitale e in rete amplifica ulteriormente l’effetto supermercato, spalmando ogni giorno migliaia di comunicazioni riguardanti seminari, corsi e pratiche, dagli effetti immediati, facili da ottenere acquistando prestazioni, strumenti o rimedi dai magici poteri.

Come se la clessidra fosse stata ribaltata e il tempo prendesse a scorrere a ritroso, alla memoria si affaccia il concetto della “vendita delle indulgenze”,tipica di un altro millenarismo di qualche migliaio d’anni fa. Verifico con una piccola ricerca e il parallelismo tra passato e presente si palesa: il mutamento dei mezzi utilizzati non intacca il contenuto, l’illusione propinata a volte è la medesima!

Nei primi decenni del Cinquecento la possibilità di acquistare, letteralmente, un posto in Paradiso, contribuendo economicamente alla realizzazione della cattedrale di San Pietro, in cambio di un’indulgenza commisurata al valore versato, scatenò la reazione della Riforma portata avanti da Martin Lutero.

Oggi emerge la promessa di una scorciatoia per raggiungere l’illuminazione, il risveglio o il nirvana, qualsiasi sia il termine scelto per definire uno stato elevato di consapevolezza, attraverso pacchetti premasticati, dall’effetto veloce, che non mettono in discussione più di tanto lo status quo. Come se nell’arco di mezzo millennio o forse più, l’umanità non si fosse accorta di girare in tondo, ritornando ancora e ancora ad un punto di stallo.

Servirebbe forse un po’ di silenzio, un vero e proprio digiuno purificatore dalla sovraesposizione mediatica, anche se a carattere olistico e spirituale, capace di ricreare il vuoto interiore, necessario all’emergere di qualcosa di nuovo. Oggi, come fu cinquecento anni fa con la Riforma, anticipatrice della modernità, la distruzione di strutture e credenze, apparentemente evolute, diviene necessaria per preparare il campo al nuovo che viene.

Meno è meglio, potrebbe essere il motto del nuovo corso: per scegliere quotidianamente a cosa attribuire tempo e attenzione, serve sviluppare la facoltà del discernimento, dell’ascolto della reazione del proprio cuore, che davanti alla Verità sobbalza come di fronte ad un grande amore.

Così, in chiusura, mi viene da riflettere sulla responsabilità assunta da chi oggi si pone o viene riconosciuto come guida, maestro, canale di informazioni provenienti da altri livelli di coscienza. La grande responsabilità di portare la Luce nel cuore delle tenebre, contribuendo a dissolvere la nebbia dell’illusione – in luogo di rischiare di accrescerne la densità – e di offrire agli altri quanto appreso attraverso l’esperienza diretta, invogliandoli a sperimentare personalmente, ad avanzare come in cordata, un passo dietro l’altro, forti della fede nella propria guida interiore.