Normalmente si pensa che meditare sia chiudere gli occhi, stare in una posizione immobile e girare attorno al pensiero, sia per tenerlo a bada sia per scacciarlo.

Non è così.

L’atto meditativo più profondo è convivere totalmente e pienamente con ciò che passa per la mente , osservarlo come testimone ; fare testimonianza di ciò che passa per la mente in modo che , ciò che noi vediamo, automaticamente sparisce perché  è stato testimoniato .

E’ come un creditore: se tu cerchi di buttarlo fuori e non aprirgli la porta lui ti busserà ogni giorno….. invece tu gli apri la porta e magari si patteggia , si fa una rateizzazione, etc, ……fino a che non si è estinto il debito…..

Quando il debito si è estinto non c’è più il creditore e non c’è più neanche il debitore  e , quindi, si vive quello spazio del vuoto che è il “non pensiero”.

Come vedete io non dico “Quello spazio di vuoto dove non c’è il pensiero” ma “Un non pensiero” : cioè il non pensiero è quella forma di vuoto che  separa dal pieno, e quel pieno, subito diventa vuoto per cui sono onde, flussi ciclici in cui non si incontra niente.

Questo niente, però, ha una qualità visiva , ha una qualità emotiva, ha una qualità olfattiva perché  questo niente, in realtà, sono i nostri mondi interiori che è  uno dei temi, appunto, del percorso che faremo…. una meditazione attiva, dove tu provochi la visualizzazione, dici delle affermazioni, quindi sei soggetto attivo, che guida…

Darshana degli Elohim , dai corsi di meditazione 2012

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