Lampo Creatore
SAVITRI – Libro II – Canto III
“…Tuono fiammeggiante,lampo creatore,
la sua Luce vittoriosa cavalcava la Sua Forza immortale;
un possente galoppo di centuro portava il dio.
La vita era in trono con la mente,doppia maestà.
C’erano mondi di una felicità grave ed austera,
d’una azione sfumata di sogno, d’un riso soffuso di pensiero,
e la passione lì poteva attendere per il proprio desìo
finchè udisse l’avvicinarsi di Dio…
da Sri Aurobindo Ed. Mediterranee
www.elohimstars.org
Giungere a mani nude
“Essere Poeti oggi, in questo Tempo di svolta. Il Mistero dell’Uomo e del suo Tempo Infinito”
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“Giungere a mani nude alla soglia del Nuovo Giorno
arrendersi completamente per poter rinascere del tutto
gocce affondano nel liquore del cuore
espanso a dismisura
m’incendio tremo
al pallore del giorno
tronco la dialettica
palme e passione
benedico il santo languore
disagio e presagio”
© Darshana P. Tedesco da “Dei e Tempi” ( aprile 2001)
Della stessa sostanza delle cose
Essere poeta oggi.
” Non vedo dietro
ma ascolto il presente
non fermo il pensiero su nulla
strana sensazione di essere presente da sempre
nelle cose
per le cose
della stessa sostanza delle cose.
Guardare e osservare il movimento segreto delle cose.
Null’altro e la totalità di questo sentire.
(Darshana degli Elohim)
Ciò che sarà Ritrovato sarà Rivelato
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“Ciò che ci Unisce ci Dividerà
Ciò che ci Dividerà ci Separerà
Ciò che Separerà ci Perderà
Ciò che ci Perderà sarà Ritrovato
Ciò che sarà Ritrovato sarà Rivelato
Ciò che sarà Rivelato sarà Dimenticato
Nell’Oblio regna il Vuoto
e l’Eterno Contenuto che tutto Contiene
Al Tempo convenuto la Luce attraverserà il Giudizio
e le Perle della Collana della Divina Presenza
ad una ad una saranno Donate
per la Maggior Gloria del Regno di Sempre”
Darshana degli Elohim 6/2/2012
in compenetrazione con Le Guide di Luce che mi parlano in prosa poetica.
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Poesia e svolta dei Tempi
“…Quale tipo di presenza storica e sociale del poeta (e del critico “maieutico”) deriva da questa sua funzione di teatro del dialogo tra l’io umano in trasformazione e la Voce che lo guida?
Mi pare che innanzitutto il poeta divenga proprio uno di coloro cui è delegato il compito di annunciare questa nascita in atto nella semplice bellezza delle cose quotidiane, di comunicare poi alle sorelle e ai fratelli che la fase disgregativa che stiamo sopportando è solo un passaggio verso una figurazione più libera e più pacifica di umanità. Il poeta è chiamato a illuminare anche le fasi distruttive del processo e a mostrarne la direzione salvifica, e questo non mediante proclami ideologici o astratti, ma attraverso la propria sperimentazione linguistico-spirituale delle dissoluzioni/assoluzioni interiori attraverso le quali veniamo ri-generati, e cioè nella carne ferita e solare dei suoi versi.
Il poeta, e quindi ogni essere umano creativo, è chiamato in questa svolta dei tempi a svolgere un’umile diaconia dell’umanità nascente, che si faccia al contempo dura coscienza critica di tutto ciò che è morto e che continua ad incombere nei nostri cuori e a dominare sui palcoscenici planetarizzati di questo mondo…”
Marco Guzzi in “Poesia e Spiritualità”
Poesia del Tempo Incerto
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” Un piccolo cucchiaio
per raccogliere il mondo,
un mantello di carta, che si sciolga
alle prime pioggie,
un tempio con pareti di vento
e un campanile che buchi le tempeste
Come se fosse già tempo di lasciare
ogni cosa a sè stessa,
come se Dio mostrasse il suo dito indice
perchè possiamo afferrarlo con mani minuscole, e provare incerti
ad andare, figli della madre e del padre,
verso la terra straniera da cui proviene il Canto, senza
parole, ma sempre più vivi ad ogni passo,
a raccogliere briciole-segni
confetti bianchi seminati
nella nera fertile terra del cosmo”
Niccolò Angeli
Essere Poeti oggi, in questo Tempo di svolta. Il Mistero dell’Uomo e del suo Tempo Infinito. La sua Nuova Umanità rinascente.
…” E’ tempo di comprendere meglio la portata eonica di ciò che stiamo vivendo e di creare anche una forma di critica adeguata al transito, una critica cioè che sia una sorta di maieutica del nascente: un’interpretazione anch’essa poetica che semplicemente ci aiuti a nascere, al di là di ogni riduzionismo linguistico o estetizzante, e di qualsiasi “neutralità scientifica” o mania di canoni e catalogazioni.
L’essenza della nuova figura di umanità, che si fa avanti anche nelle ricerche poetiche davvero contemporanee, è dunque lo scoprirsi abitati da una parola più grande di me, che io sono chiamato ad ascoltare per divenire davvero me stesso e al contempo consentire al mondo di svoltare verso la luce diurna di un’epoca nuova. Come scrive bene Yves Bonnefoy è l’umiltà l’attitudine interiore che ci forma a questo tipo di umanità: “La sventura della parola, la crisi di identità che essa manifesta in chi la esperimenta, (…) è ciò che accade allorché ci si rifiuta – e certamente per orgoglio, perché esso deriva dai sogni di sovranità della persona – di lasciarsi invadere e trasformare da un’identità superiore: quella che unisce a se stessa, nell’immediato, il tutto dell’universo come tale; quella che fa di noi una delle sue parti, semplicemente, ma ci ricolma in questo modo di una evidenza, di una musica”.
Marco Guzzi in “Poesia e Spritualità”
Anima Mundi in Poesia
Essere Poeti oggi, in questo Tempo di svolta.
Il Mistero dell’Uomo e del suo Tempo Infinito. La sua Nuova Umanità rinascente.
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“Davanti al Presepe del Mondo,
Chi attende il Fanciullo,
Si perde la Vista sul Cielo,
Poichè Egli è già qui da Sempre
Cercatelo in ogni fardello
Che nasconde gli occhi di un bimbo
In ogni crepa di terra che cela una vertigine
Cercatelo nella pura verità del cuore
Anche se in fuga
Voltandosi spesso indietro
Una mano protesa in avanti
Correndo correndo verso l’infinito
Darshana degli Elohim
“…Questa situazione di grandioso passaggio antropologico, in cui ci troviamo, genera come è ovvio una condizione esistenziale molto difficile ed ambigua per tutti e anche per i poeti, in quanto mette in travaglio i contenuti storici di tutte le nostre identità: che cosa significhi essere maschio o femmina, credente o non credente, di destra o di sinistra, italiano, europeo o planetario, medico, casalinga o poeta, e così via.
Ognuno di noi è chiamato, in altri termini, a ridisegnare i lineamenti delle proprie identità e i poeti sono stati tra i primi a sperimentare il travaglio di questa crisi universale e a lanciarsi alla ricerca, spesso selvaggia e smisurata, di forme inedite di linguaggio e quindi di vita e di presenza storica. Questo spiega tra l’altro i dissesti psichiatrici e le tragedie suicidarie che hanno così profondamente segnato l’intero XX secolo artistico e poetico. Ma spiega anche la progressiva scomparsa di un pubblico di lettori e il generale disorientamento e caos della critica. Continuiamo infatti a proporre nelle forme e negli spazi consueti della letteratura una scrittura che ha tutt’altri scopi, in quanto appartiene ad una nuova forma di umanità, letteralmente ad un altro mondo, e questo rende lo scenario del tutto caotico, e sostanzialmente illeggibile, in quanto manca ancora il vocabolario per decifrarlo…”
Marco Guzzi della rivista “Poesia e Spiritualità”